Voglio


di Azael
5 marzo 2010

*Poesia nella quale il poeta esige cose che nemmeno nei film tipo di muccino ma porno

Voglio di più
voglio tutto
voglio le cose rotonde perché ho gli occhi rotondi
se avessi avuto occhi a triangolo mi sarei accontentato di guardare l’India tutto il tempo
ma voglio proprio tanto di più
voglio i cani che si azzuffano per strada
e i peli che svolazzano, dei cani, creano un gatto che corre e viene a dormirmi in braccio e a fare pru
come fanno i gatti comunisti
voglio le strade in salita col sudore che mi cola e non mi stanca
la cima coppi, le tre cime di lavaredo, un tunnel del brennero
tra la cucina e camera mia
voglio la farina, l’acqua, per fare il pane
voglio la farina, le uova, la gallina, la segale
che non so neanche che roba è
voglio tutto
voglio che mi mandi affanculo, mi sputi e io lo scanso
voglio il mare
intorno al culo
voglio l’erba medica e la madonna che piange vino rosso
e io lo bevo e non lo finisco
perché tanto ne ho di più
e la madonna ci rimane male e allora piange sangue
ma di sangue ne ho già quel tanto
voglio rotelle di liquirizia enormi, che cominci a mangiare da un capo e finisci che sei vecchio, all’altro capo, e scopri che non avevi mica voglia di rotelle di liquirizia
ma di rotelle di bigbabol, e allora le rotelle di liquirizia si trasformano e diventano incredibilmente rotelle di bigbabol, così, sotto ai denti e nella pancia, a consuntivo di soddisfazione
voglio un posto, una stronzata, un materasso
a una piazzemmezza
il posto a una piazzemmezza, la stronzata a una piazzemmezza, il materasso
uno scoppio di contentezza in fondo al petto
come di fare la cacca ma di contentezza
senza comodità, senza divani
alla più desolata periferia
della felicità.

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