Il gelato pipa – II
*Poesia nella quale il poeta esce da un brutto giro di armi e droga con mezzi propri
Ero spensierato e felice nell’ottantatre
governo Fanfani, scudetto alla Roma
e mi compravo il gelato pipa
la mattina quando giocavo o nel primo pomeriggio, quando giocavo
sotto all’albero di albicocche
mi compravo il gelato pipa
con i soldi sottratti alla camorra
da mia madre
che li metteva nel borsellino.
Li sottraeva alla camorra sfuggendo all’agguato dei portoricani della banda di Marques
e li metteva nel borsellino.
La camorra poi m’ha preso lo stesso
e mi ha consegnato alla banda dei portoricani di Marques
è successo a quindici anni
durante un’interrogazione di latino
ho dovuto riconsegnare i soldi dei gelati pipa
con gli interessi
per finanziare un brutto giro di armi e droga
ma a quel punto,
nell’ottantanove,
governo De Mita, scudetto all’Inter,
pipa o non pipa,
ecco che con le seghe c’eravamo già.
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