C’è un cane, c’è un uomo
*Poesia nella quale il poeta piscia il cane, piscia un po’ tutto
C’è un cane
c’è un uomo
c’è un sole esplosivo
c’è tanto chiarore che quasi si muore
il cane si muove
nervoso
sull’uomo
gli sbava col muso
sul piede
l’uomo si accascia
gli tocca la testa
il sole si stacca dal piano perfetto
dell’orizzonte
e si imprime sugli occhi del cane
che abbaia
l’uomo
si svita la testa e la getta per terra
il cane l’annusa, ci gioca, la lecca
l’uomo si specchia sul bianco del sole
nel buco del collo col sangue lucente
il cane riflette
sul senso degli occhi
che guardano fissi
come se solo coi raggi riflessi
potessero avere due tacche residue
di batteria.
La follia della testa attaccata sul collo
si nota perfetta alla fine del giorno
quando negli occhi riflette soltanto
la luce apparente del bar dei cinesi
appesi alla testa
due occhi sfibrati ripieni di niente
di liquido denso
di luce rubata
di immagini estorte alla vita mangiata
di fretta
il cane si stanca
ti butta la testa su un angolo scuro
e riflette sul senso volgare e offensivo
di un gioco, una palla, che lanci sul muro
e non torna
da sé.
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Un Commento
Ma noi non siamo animali. Cazzo, noi siamo esseri umani: l’anima, il cervello, l’opponibilità falangea. Sapete? esseri umani.
Noi abbiamo inventato il mulo, il mandarancio, la briscola ed i leggings.
Capite cosa siamo in grado di fare?
Gli animali più intelligenti che abbiano mai abitato il globo terracqueo, non sono mai riusciti ad andare oltre una sniffata di culo, qualche capriola, un rifugio dove dormire e riportare un bastone.
Cazzo, notate le differenze?
Tratto da
I problemi di Houston, in America per tre mesi senza un cazzo da fare.
http://iproblemidihouston.blogspot.com/2012/10/la-verita-e-che-io-mi-rompo-i-coglioni.html