Non guardo te
* Poesia nella quale il poeta indaga nell’animo umano e ci trova un virus coi denti aguzzi e la cattiveria dei bambini
Non credere
che io ti guardi
mentre tu parli e ti muovi
no
io non guardo te
io guardo tuo padre
ma guardo tuo padre per guardare tuo nonno, i tuoi avi, i tuoi remotissimi antenati
io anche se sembra che stia ascoltando con vivo interesse
no
ti assicuro
non guardo te
nemmeno per un secondo
tu mi vedi che sposto lo sguardo dagli occhi alle sopracciglia di nuovo agli occhi e poi alla bocca
no
è una finta
io guardo dentro i tuoi antenati
nel più profondo infinitesimo di nervo
nei cromosomi affastellati
e nella logica di svolgimento della catena del dna.
E laggiù
in quel frenetico mercato di vita primordiale
nello spazio inconsistente tra cellula e membrana, tra atomo e ancora atomo e atomo e granaglia
è lì che io guardo
con il mio stupore di creatura
per capire
cos’è che è andato storto
per farti venir fuori così
solennemente
idiota.
2 Commenti
Maestro Insegnami!
colpita e affondata.