Ferite
*Poesia nella quale il poeta esegue diligente manutenzione delle ferite femminili, quelle in cui entrano i soffi
Io mi occupo delle ferite
la polpa intera no, la polpa no
ho una mappa con le ferite che hai
quelle rimarginate
e quelle non
ogni notte mentre dormi
tu non lo sai
prendo una lanterna
e tiro via il lenzuolo
e ti segno con la x ciascuna tua ferita
e le controllo mentre dormi
per vedere se per caso le hai rimarginate
per sbaglio, distrazione
si son cicatrizzate
e, se vedo, le riapro
con un dito, con quello che mi serve, non occuparti tu
le torno a sanguinare
quello che hanno da sanguinare
tu dormi e non ti accorgi
e se ti accorgi, per un soffio nella faccia
ti giri
e mi dici solo “dormivo, tu che fai”
con quelle labbra non rimarginate
che hai.
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