Io non uso pantofole chiuse o del socialismo reale
*Poesia nella quale il poeta si reca in villeggiatura presso i palazzoni razionali di Berlino Est, sul lungomare di Berlino Est
Io non uso pantofole chiuse
perché so che in fondo vanno a perdersi le briciole
non uso pantofole chiuse per difendermi il piede
appena alzato, assonnato, paffuto
un piede sbattente l’alluce contro uno sfruguglìo di briciole indecenti
e non vado nei mari pericolosi
quelli che non si vede il fondo
o che si vede
ma sotto non c’è la sabbia piatta, ma rocce, pietre
verdura
perché ho sempre il timore che da dietro quelle cose misteriose
escano fuori animali mollicci
dentati magari
roba naturale
in grado di fare cose per le quali la natura le ha insegnate
pungere mordere ungere schifare
uso le ciabatte estive anche d’inverno
quelle da mare, di gomma dura
aperte davanti e dietro
dominabili con uno sguardo fin nelle fessure
e faccio il bagno nel mare con il fondo piatto, di sabbia
con il fondo che si vede da sopra al pelo dell’acqua
si vede ma è come se non ci fosse perché è uguale sempre
piatto e sabbioso, senza possibilità diverse
ciottoli con dietro creature, meduse celate, sgorbi
faccio il bagno in un mare sovietico
illiberale, giusto
anche senza ciabatte
a piedi nudi, interi, non sbriciolati
e posso concentrarmi sull’acqua
l’acqua che è il mare.
E con gli sgorbi misteriosi, se vi piace
parlateci voi.
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Rivelatrice.